giovedì 7 giugno 2012

Sassolini


A te che sei stata la mia Amica, finchè hai deciso di non esserlo più.
A te che m'hai demolito per anni.
Al mobbing.
A chi sminuisce perchè così è più facile sottopagare.
Ai web designer che non sono maghi, e neanche programmatori, e neanche faccendieri tappabuchi.
Al denaro che dovrei ricevere e persevera nel rimanere virtuale.
A chi dimentica.
A quelli che "Ao rilassate, è estate". Sarà che il mare lo vedo una volta a settimana dalla macchina.
A quelli che in ogni situazione farebbero meglio di come ho fatto io.
A quelli che capiscono sempre tutto e subito.
Alle certezze.
Alle paure.
Al sottovalutarsi e al sopravvalutare.
Al perdono sprecato.
All'incapacità di perdonare.
Alle lacrime di coccodrillo.
Alle canzoni cheap che ascolto.
Ai progetti che rimangono in cantina.
Al foglio bianco.
Ai jeans che non entrano.
Alle foto di cinque anni fa in cui guardavo di meno il monitor e la pelle era più luminosa.
Alla ricrescita.
Allo smalto che dopo due minuti si scrosta.
Alle sigarette.
A chi ti emula.
Alle scelte. Tante, troppe, tutte insieme.
All'ansia.
Ai libri che non riesco a leggere, e a quello che non riesco a scrivere.
Alla prova costume.
A tutti i "Però se poi..."
All'accontentarsi.
Alla procrastinazione.
All'egoismo di chi ritiene che le persone siano una proprietà.
A chi ti tira in mezzo.
A chi viene a corte perchè sei amica/compagna/figlia/madre/amante/sorella/dipendente di qualcuno.
Alla voglia di maternità.
Al rossore sulle guance.
Al pianto convulso.
All'odio.
Alla gelosia.
Alle faide.
A quelli che scoppia una bomba davanti a una scuola e corrono su Facebook a far vedere quanto sono buoni e quanto "Resterai sempre nei nostri cuori".
A quelli che scoppia una bomba davanti a una scuola e corrono su Twitter a far vedere quanto sono arguti, cinici e dissacratori.
Agli sciacalli.
A questo Paese che ti scippa le ambizioni.
Alla crisi che diventa una scusa.
All'omofobia, ancora.
Al razzismo, ancora.
A chi si dichiara fascista, ancora.
A chi si dichiara comunista, ancora.
Alle etichette.
Al tradizionalismo, il mio, e all'anticonformismo, sempre il mio.
Alla politica.
Alla corruzione.
Alla malapolizia.
Alla pigrizia.
A chi è convinto di vivere la tua stessa situazione.
Agli uomini e le donne che se ne stanno lì, a incarnare luoghi comuni.
A quelli che non votano.
Alla religione ottusa.
Alle accise.
Al traffico.
Al non avere mai tempo.
Al sole infrasettimanale e alla pioggia di domenica.
All'eccessiva confidenza.
Al tatuaggio che non mi decido a farmi.
Ai quartieri beige, taccati e liposoluti che ti guardano dall'alto in basso.
Alle aspettative che non vuoi deludere.
Alla dipendenza dai giudizi.

A me. Spesso, troppo spesso.

Vaffanculo.

5 commenti:

  1. Cugina, non sapevo avessi un blog! Grande! Mille baci da Madrid! Ilaria

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  2. A me che me so letto sto piagnisteo seduto sul cesso dell'ufficio a Tokyo , alle 21:32 di giovedì sera.

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    1. Spero sia stato utile e abbia velocizzato la pratica ;)

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  3. La pratica del bagno? quella si, dall'ufficio sono uscito alle 11 e mezza. Ormai parlo a bestemmie, tanto non mi capisce nessuno...

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