giovedì 26 luglio 2012

Half-Drag


Le due facce della stessa medaglia.
Il fotografo newyorkese Leland Bobbé immortala 30 Drag queen e realizza il progetto "Half-Drag - A different kind of beauty". Lunghe e faticose sedute di mezzo trucco, per una rappresentazione straordinariamente umana di una realtà poco conosciuta e molto ghettizzata.
Qui la gallery completa.

Be yourself!









venerdì 20 luglio 2012

Shell fail


Premetto che non sono un'ambientalista, e che alcuni attivisti ogni tanto mi mettono anche un po' di quell'ansia che associo alle sette.

Detto questo, grazie ad una condivisione su Facebook di Paolo Ratto sono venuta a conoscenza di uno dei più deliziosi megafail della storia della comunicazione.

In parole povere, la questione è la seguente: il clima se ne sta andando allegramente a puttane e il riscaldamento globale è in continua crescita. Come tutti tristemente sappiamo questo comporta un massiccio e preoccupante scioglimento dei ghiacciai, che interessa ovviamente anche quelli artici.
Quello che invece ancora non sapevamo è che finalmente Shell può andare a bucherellare qui e lì per accaparrarsi giacimenti petroliferi finora inaccessibili. Let's go!
L'idea geniale della società in questione è dunque quella di lanciare un contest per la creazione di una campagna pubblicitaria che sponsorizzi il suo intervento nell'Artico.

Ora, vorrei aprire una parentesi sui contest. Le multinazionali, e in generale le società dotate di capitali interessanti che lanciano questi concorsi promettendo imperitura gloria e visibilità planetaria sono una cosa ORRENDA. Orrenda e totalmente amorale. Il massimo cui possono aspirare i vincitori dei suddetti concorsi, molti dei quali sprecano idee veramente geniali, è una fornitura di prodotto e la presenza del proprio nome in una pagina secondaria del sito internet per... boh, tre giorni? Le società in questione invece vincono una campagna pubblicitaria assolutamente gratuita e ne detengono anche i diritti. Una cosa disgustosa.
Personalmente preferisco di gran lunga impiegare il mio tempo lavorando gratis per un amico. Il guadagno è identico, so chi sto pubblicizzando e ho molte più garanzie che il mio nome circoli.

Detto questo, se una società decide di ricorrere a questi beceri mezzucci, dovrebbe quantomeno verificare prima il proprio impatto sull'opinione pubblica.
Le compagnie petrolifere nella fattispecie dovrebbero sapere già di loro, senza bisogno di imponenti indagini di mercato, che il loro impatto sull'opinione pubblica è semplicemente pessimo.
La stupidità e l'arroganza umana però non hanno confini, ed ecco qui che la Shell apre sul proprio sito una sezione (attualmente in manutenzione) tramite la quale l'utente può selezionare una di quelle ipocrite immagini ecofriendly messe a disposizione e inserire la propria proposta di payoff. Terminato il lavoro, si carica sul sito. E appare immediatamente. Voglio dire, Blogspot ti dà la possibilità di mostrare i commenti solo dopo l'approvazione del gestore del blog. Possibile che in tutta la Shell non ci sia un accidenti di genio in grado di inserire un filtro ai contenuti caricati? O semplicemente ritenevano che nessuno sarebbe stato così ardito da attaccare una multinazionale così potente?

Ad ogni modo, questo è il meritatissimo risultato, e qui potete trovare la gallery completa.


Spero che l'ufficio marketing al completo stia attualmente nell'Artico, a scavare i pozzi con un cucchiaino.








giovedì 19 luglio 2012

Hipster branding

Outing: il germe dell'hipster è radicato in me dalla nascita. Da molto prima che il termine stesso giungesse alle mie orecchie. Nel quotidiano fingo spudoratamente di no, ma una parte di me è vomitevolmente radical chic. Fortunatamente ho anche vette cheap che equilibrano il tutto.

Detto questo, ecco una carrellata di loghi ultrafamosi rivisitati in chiave hipster dal design svizzero Dave Spengeler.

Wired ne ha parlato qui un po' di tempo fa, ma per me Wired ha cessato di esistere quando ha pubblicato "Il Vangelo secondo Steve Jobs". Quindi non conta.









Per inciso, se il logo selezionato per le Olimpiadi di Londra 2012 fosse stato questo invece di quell'orrore accecante che è, il mondo sarebbe migliore.

giovedì 12 luglio 2012

Humanae


G come Geek e come Giovedì!
Come la testata vi avrà fatto intuire, ogni giovedì potrete passare da queste parti e con assoluta certezza (mi auguro) trovare quanto di più divertente o imbarazzante o anche inutile la rete ci proponga.
Tra l'altro, ora ho nuovamente un tetto sulla testa e una rete con cui connettermi. Sono tornata alla vita.

Questa settimana vi propongo Humanae, meraviglioso progetto della fotografa e illustratrice brasiliana Angelica Dass.
Il progetto si basa sulla campionatura dei toni della pelle umana e sulla loro successiva conversione in codici Pantone che vengono applicati allo sfondo. Il fine è quello di catalogare tutte le possibili sfumature della carnagione. Una mazzetta molto più variegata di quanto si potrebbe pensare, in cui i mezzi busti sostituiscono i classici rettangoli monocromatici.

Il messaggio che ne deriva ha anche più valore dell'impatto estetico iniziale, e ci si augura giunga forte e chiaro agli occhi e alle orecchie di chi è ancora così becero da usare il colore della pelle come metro di giudizio. Siamo tutti "di colore". Semplicemente ognuno con un codice diverso dall'altro.

Be human!