venerdì 20 luglio 2012

Shell fail


Premetto che non sono un'ambientalista, e che alcuni attivisti ogni tanto mi mettono anche un po' di quell'ansia che associo alle sette.

Detto questo, grazie ad una condivisione su Facebook di Paolo Ratto sono venuta a conoscenza di uno dei più deliziosi megafail della storia della comunicazione.

In parole povere, la questione è la seguente: il clima se ne sta andando allegramente a puttane e il riscaldamento globale è in continua crescita. Come tutti tristemente sappiamo questo comporta un massiccio e preoccupante scioglimento dei ghiacciai, che interessa ovviamente anche quelli artici.
Quello che invece ancora non sapevamo è che finalmente Shell può andare a bucherellare qui e lì per accaparrarsi giacimenti petroliferi finora inaccessibili. Let's go!
L'idea geniale della società in questione è dunque quella di lanciare un contest per la creazione di una campagna pubblicitaria che sponsorizzi il suo intervento nell'Artico.

Ora, vorrei aprire una parentesi sui contest. Le multinazionali, e in generale le società dotate di capitali interessanti che lanciano questi concorsi promettendo imperitura gloria e visibilità planetaria sono una cosa ORRENDA. Orrenda e totalmente amorale. Il massimo cui possono aspirare i vincitori dei suddetti concorsi, molti dei quali sprecano idee veramente geniali, è una fornitura di prodotto e la presenza del proprio nome in una pagina secondaria del sito internet per... boh, tre giorni? Le società in questione invece vincono una campagna pubblicitaria assolutamente gratuita e ne detengono anche i diritti. Una cosa disgustosa.
Personalmente preferisco di gran lunga impiegare il mio tempo lavorando gratis per un amico. Il guadagno è identico, so chi sto pubblicizzando e ho molte più garanzie che il mio nome circoli.

Detto questo, se una società decide di ricorrere a questi beceri mezzucci, dovrebbe quantomeno verificare prima il proprio impatto sull'opinione pubblica.
Le compagnie petrolifere nella fattispecie dovrebbero sapere già di loro, senza bisogno di imponenti indagini di mercato, che il loro impatto sull'opinione pubblica è semplicemente pessimo.
La stupidità e l'arroganza umana però non hanno confini, ed ecco qui che la Shell apre sul proprio sito una sezione (attualmente in manutenzione) tramite la quale l'utente può selezionare una di quelle ipocrite immagini ecofriendly messe a disposizione e inserire la propria proposta di payoff. Terminato il lavoro, si carica sul sito. E appare immediatamente. Voglio dire, Blogspot ti dà la possibilità di mostrare i commenti solo dopo l'approvazione del gestore del blog. Possibile che in tutta la Shell non ci sia un accidenti di genio in grado di inserire un filtro ai contenuti caricati? O semplicemente ritenevano che nessuno sarebbe stato così ardito da attaccare una multinazionale così potente?

Ad ogni modo, questo è il meritatissimo risultato, e qui potete trovare la gallery completa.


Spero che l'ufficio marketing al completo stia attualmente nell'Artico, a scavare i pozzi con un cucchiaino.








1 commento:

  1. No, un momento. Non è la Shell ad aver sponsorizzato il contest. Non è possibile. Il sito è arcticready.com, una cosa disgustosa e ripugnante che però non è shell.com, ma solo un'imitazione. Qui lo spiega http://www.disinfo.com/2012/07/crowdsourced-ad-campaign/.
    Almeno è quello che spero..

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